Il solaio alveolare RAP può essere connesso a diversi tipi di trave o di parete. Questi sono i più tipici nodi e dettagli strutturali di appoggio:
Riempiendo fino alla profondità desiderata con calcestruzzo gettato in opera la testata della lastra alveolare, si può usare quest’ultima come ala strutturalmente collaborante con la trave portante, alla quale essa viene collegata mediante armatura. Il momento di inerzia della trave, infatti, risulta incrementato dalle ali di solaio collaboranti. Arretrando i tappi fermagetto di una profondità pari all’altezza della lastra, si ottiene un’ala compressa più allargata. Per aumentare la parte piena che può fungere da sezione compressa è necessario predisporre asole negli alveoli dove non sono predisposte le fresature.
In opera il solaio va appoggiato prima del getto delle travi. Si possono ottenere così tre tipologie di nodo tra solaio e travi, a seconda che ci sia o meno la profondità di appoggio:
1. Solaio in luce netta senza appoggio
2. Trave a piattabanda
Le travi prefabbricate in c.a. o c.a.p. sono generalmente autoportanti e il solaio può essere appoggiato anche in maniera definitiva. Le travi si suddividono in due categorie, a seconda della geometria e della zona di appoggio:
1. Travi prefabbricate a “T” rovescio e ad “L”
2. Travi prefabbricate a “I”
E’ la soluzione che coniuga i vantaggi delle travi prefabbricate (facilità e rapidità di posa) con quelli delle travi gettate in opera (monolicità dell’insieme strutturale). Le travi semiprefabbricate possiedono una suola pregettata (che può essere anche precompressa), che diviene il piano di appoggio per le lastre di solaio. Sono munite di staffe fuoriuscenti verso l’alto per garantire una sicura collaborazione con i getti integrativi in opera.
Soluzione impiegata per le coperture di vasche o di magazzini interrati, oppure per piccoli canali o cunicoli. Se necessario, un vincolo d’incastro tra le lastre e le pareti può essere ottenuto mediante armatura metallica diffusa, sporgente dalla parete e collegata all’armatura da inserire negli elementi alveolari.
Il piano di appoggio deve essere predisposto con una rasatura in malta per carichi di limitata entità oppure con cordoli di ripartizione nel caso di forti luci o sovraccarichi. Il solaio va completato con cordolo perimetrale armato e collegato alle lastre alveolari con le armature previste nel progetto.
Il profilo metallico può ottenere notevole beneficio statico se vengono opportunamente predisposte le testate delle lastre per incrementare la parte piena della sezione. Questo è possibile quando il solaio è impostato sull’ala superiore delle travi. Se non è accettabile la sottosporgenza del profilo metallico, il solaio alveolare viene impostato sull’ala inferiore. In questo caso è necessario prestare particolare attenzione all’effettiva compatibilità tra la lastra alveolare e lo spazio interno della trave, al netto delle rispettive tolleranze e considerando la movimentazione del solaio.
Le travi sono costituite da una suola in lamiera munita di tralicciatura superiore. Il solaio poggia sulla suola in lamiera ed il getto in opera di completamento viene ad interessare l’intero spessore del solaio penetrando anche all’interno degli alveoli fino alla profondità desiderata.
La realizzazione indicata in figura A viene applicata in presenza di aggetti dell’ordine di m 1,20-1,50 con sovraccarichi poco gravosi tipo gronde per coperture. La realizzazione indicata in figura B è la più applicata con aggetti superiori, fino a 2,50-3,00 m.
La realizzazione indicata in figura C è la più adatta in presenza di notevoli sovraccarichi e di forti compressioni al lembo inferiore delle lastre e richiede sempre un banchinaggio all’estremità dell’aggetto in fase di posa.
Le fresature sulle lastre alveolari vengono praticate in testata sulla superficie superiore asportando localmente la crosta superiore a fresco, per permettere il posizionamento degli spezzoni di acciaio lento. Il numero e la lunghezza variano in relazione alle esigenze di calcolo. La fresatura deve essere chiusa all’estremità da un tappo fermagetto perché l’alveolo con calcestruzzo integrativo sia ben compattato.
Il profilo laterale delle lastre alveolari RAP è studiato per creare unioni longitudinali aperte verso l’alto che permettano la sigillatura con ridotti volumi di calcestruzzo e assicurino un’efficiente distribuzione trasversale dei carichi. Il giunto è di dimensioni adeguate per l’inserimento e l’ancoraggio delle armature lente di collegamento.
Il collegamento trasversale tra le lastre alveolari RAP è stato concepito per ottenere la massima monoliticità del solaio. Il giunto tra le lastre adiacenti, denominato “unione a nocciolo” funziona come una cerniera cilindrica capace di trasmettere sforzi tagliati verticali, ma non azioni flettenti. Quando il solaio ha un incatenamento perimetrale adeguato, si può ottenere una notevole ripartizione trasversale dei carichi, in base alle indicazioni della norma europea EN 1168, di cui si riporta un esempio per carichi lineari.
Gli intagli alle testate di piccole dimensioni non creano problemi al manufatto purché di larghezza non più di 40-50 cm e lunghi altrettanto, così come le aperture nel corpo della lastra se interessano i trefoli di una o due nervature. Si raccomanda di prevedere una lastra senza intagli in prossimità dell’elemento risegato. In ogni caso si raccomanda di consultare il produttore prima di prescrivere intagli staticamente rilevanti.
I grandi fori nei solai alveolari RAP possono essere della larghezza di un’intera lastra o anche di più lastre alveolari accostate per permettere l’inserimento di lucernari, di grandi impianti verticali oppure di scale o di passaggi interni fra piani sovrapposti. Una soluzione costruttiva consiste in una travetta in acciaio che serve a trasferire sulle lastre alveolari adiacenti il peso proprio della lastra o delle lastre accostate in presenza di fori molto larghi. Una seconda soluzione più elaborata, ma staticamente più valida per larghezze fino a 1,20 m previa formazione di una travetta in opera in c.a. con banchinaggio fino a maturazione getti, permette di sostenere più lastre accostate in presenza di fori molto larghi. Tali forometrie comportano una maggiorazione dell’armatura di progetto delle lastre alveolari, occorre quindi un accurato dimensionamento del solaio, che talvolta richiede una maggiorazione dello spessore e la necessità di una soletta collaborante.
Nel caso di esposizione alle acque meteoriche della superficie delle lastre, si consiglia di forare la superficie inferiore dei manufatti in corrispondenza degli alveoli, al fine di far fuoriuscire eventuali acque filtrate all’interno.
Travi in opera secondarie di collegamento tra pilastri in spessore di solaio, ottenute mediante “schiacciamento” della crosta superiore del solaio per ottenere l’alloggiamento per le travi secondarie gettate in opera senza necessità di casserare.
Scrivici se desideri avere maggiori informazioni.